La rivoluzione industriale non è mai stata così umana e tecnologica al tempo stesso. Dopo l’automazione e la digitalizzazione spinte dell’Industria 4.0, oggi si afferma un nuovo paradigma: l’Industria 5.0, che mette la persona al centro del processo produttivo, in sinergia con tecnologie intelligenti e orientata a sostenibilità, resilienza e personalizzazione.
Ma come può un’azienda evolvere in questa direzione? La leva strategica è lo sviluppo delle competenze digitali e trasversali delle proprie risorse umane.
Competenze digitali: una priorità per le aziende che vogliono restare competitive
Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea, solo il 54% della forza lavoro europea possiede competenze digitali di base, e meno del 30% ha competenze avanzate. In Italia, il gap è ancora più ampio, con un forte divario tra domanda e offerta di professionalità in ambito digitale e tecnologico.
Investire in formazione digitale e programmi di upskilling e reskilling significa:
– Preparare le persone a lavorare in ambienti ad alta automazione e con strumenti intelligenti (AI, robot collaborativi, big data, cloud);
– Migliorare l’efficienza dei processi e la capacità decisionale;
– Favorire una cultura dell’innovazione continua;
– Potenziare l’attrattività e la retention dei talenti, oggi sempre più orientati verso contesti lavorativi stimolanti e in crescita.
Settori industriali dove l’Industria 5.0 trova terreno fertile
Alcuni comparti stanno mostrando un’elevata predisposizione ad accogliere la trasformazione dell’Industria 5.0, tra cui:
– Manifatturiero avanzato: l’integrazione uomo-macchina e la personalizzazione della produzione richiedono operatori con skill digitali e gestionali. Secondo dati Unioncamere, entro il 2026 il 44% dei nuovi occupati nell’industria manifatturiera dovrà possedere competenze digitali evolute.
– Automotive e meccatronica: robotica collaborativa, IoT industriale e intelligenza artificiale sono alla base della nuova produzione. Le aziende stanno investendo sempre più in formazione su cyber-physical systems e gestione dei dati di produzione.
– Logistica e trasporti: l’automazione dei magazzini, la supply chain intelligente e la sostenibilità richiedono competenze in data analytics, digital twin e sistemi predittivi.
– Chimico-farmaceutico: il controllo di qualità basato su AI, la tracciabilità e la customizzazione richiedono tecnici con skill digitali, normative e gestionali.
– Agroalimentare 4.0: i sistemi di agricoltura di precisione, sensori IoT e blockchain per la tracciabilità richiedono nuove figure tecniche altamente qualificate.
La formazione non è un costo, ma un investimento strategico
Formare le risorse significa rendere le aziende più resilienti, adattabili e capaci di innovare in contesti incerti. È ciò che l’Industria 5.0 richiede: un equilibrio tra macchine intelligenti e l’intelligenza emotiva, creativa e decisionale delle persone.
In particolare, la formazione orientata a Industria 5.0 include:
– Competenze digitali avanzate: cloud, automazione, AI generativa, cybersecurity
– Competenze green e sostenibili
– Soft skill: pensiero critico, leadership, gestione del cambiamento, collaborazione
– Cultura digitale aziendale: mindset orientato all’innovazione e alla sperimentazione continua
Qualche numero che parla chiaro
Secondo il World Economic Forum (Future of Jobs Report), il 50% dei dipendenti dovrà acquisire nuove competenze entro il 2027 per tenere il passo con l’evoluzione tecnologica.
La Commissione Europea stima che l’80% dei lavori del prossimo futuro richiederanno almeno competenze digitali di base.
In Italia, oltre 2 milioni di lavoratori nei settori industriali avranno bisogno di riqualificazione professionale nei prossimi 5 anni (fonte: Unioncamere–ANPAL, 2023).
L’Industria 5.0 è già qui. E la trasformazione parte dalle persone
La transizione verso modelli produttivi più intelligenti, sostenibili e centrati sull’uomo non può avvenire senza una solida strategia formativa. Le aziende che sapranno anticipare il cambiamento, investendo nelle competenze delle proprie persone, saranno protagoniste di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale.
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